Occorre Tom Ponzi per scoprire qualcosa sulla tratta?

22/06/2010

OCCORRE TOM PONZI PER SCOPRIRE QUALCOSA SULLA TRATTA?

Quello che mi ha colpito della tratta è il silenzio che provoca. E’ un nervo scoperto, appena accenni alla tratta scende una coltre di silenzio. Eppure è un fenomeno tentacolare. E’ un fenomeno europeo
E’ denunciata in mille maniere ma nessuno vuole andare a fondo. Perché?
La tratta è ramificata e riguarda un notevole numero di attività criminali.

Riguarda:
I traffici di cuccioli dall’Est
I canili lager che vendono cani alla vivisezione
Le cucciolate importate a più non posso
Il furto di cani da caccia
Il furto di cani per i combattimenti
Il furto da cani per tartufo
I pulmini che raccolgono randagi per la vivisezione e la sperimentazione
I traffici di gatti per gli stessi fini
Gli animali usati per le pellicce
I cavalli per combattimenti
Cani venduti a settori della comunità cinese per cibo?

Il traffico di animali è diventato secondo le molte denunce e le innumerevoli interrogazioni parlamentari
una fonte continua per la sperimentazione. Un flusso di dolore per miserabili guadagni.
Insomma siamo davanti a qualcosa di vasto e disarticolato che viene denunciato da mille voci ma quando cerchi di scoprire qualcosa tutte le porte si chiudono. Non solo in Italia ma anche all’estero.
Appena accenni alla tratta tutti si danno.

Perché?

Eppure per scoprire se le accuse mosse alla Germania e alla Svizzera hanno qualche valenza ti aspetteresti che gli attivisti locali contattati facessero qualcosa. Che contattassero a loro volta qualche grande associazione per tentare di fare chiarezza. E invece c’è il silenzio o il “ci avete stancato con queste accuse infondate dall’Italia: la vostra è pura paranoia”. Ma se uno accusa una persona di aver portato degli animali in una nazione del nord mi sembra logico che la persona che lo ha fatto debba essere in grado di produrre delle prove e chi ha ricevuto i cani sia in grado di fare altrettanto. Ma anche questo è un problema. Tutto è un problema. Un traffico da 300 milioni di euro all’anno di cuccioli e non si riesce a capire il fenomeno? Una grande associazione da anni denuncia e io mi chiedo: ma con tutti i soldi che prendete dallo Stato non siete in grado di attivare un’agenzia investigativa per almeno scoprire se queste accuse ripetute “ad nauseam” abbiano un autentico fondamento, dal momento che queste denunce che girano sono un veleno che mina il corpo atomizzato, fragile, nevrotico dell’animalismo nostrano?

Questa è una delle molte denunce che dà un’idea precisa di quello che molti pensano

Dalla metà degli anni ‘70 viene rilevato un crescente “traffico” di animali domestici dall’Italia verso altri paesi europei, in particolare Germania e Svizzera. Questi trasferimenti vengono messi in atto da sedicenti animalisti se non quanto da associazioni che si dichiarano animaliste. Inizialmente sotto l’attenzione di associazioni animaliste, questi ingenti movimenti hanno destato l’attenzione del Ministero della Sanità, del parlamento, nonché dell’opinione pubblica. Infatti negli anni a cavallo fra il 1992 ed il 1996 sono stati bloccati alcuni furgoni, diretti oltreconfine, contenenti cani stipati e seminarcotizzati. A bordo erano presenti “i soliti noti”…. denunciati, poi puntualmente scagionati, sono sempre riusciti a rimanere impuniti nonostante documenti falsificati/irregolari e decine di migliaia di animali trasferiti senza aver mai fornito prove concrete sulla destinazione degli stessi. Nello svolgimento di alcune indagini sono emersi preoccupanti flussi finanziari che constano di notevoli e repentini movimenti da conti esteri. Il quadro si complica ulteriormente se pensiamo che molte persone o associazioni, prima impegnate nelle indagini, hanno abbandonato questo compito o peggio risultano ora collaborare proprio con chi “sistema bene” animali oltreconfine. E chi osa parlare di questi argomenti viene accusato di condurre una “caccia alle streghe” e ci sono tentativi di intimidazione verso chi documenta. http://randagismo.info/traffici/

Questi trasferimenti vengono messi in atto da sedicenti animalisti se non quanto da associazioni che si dichiarano animaliste.

Quando si afferma una cosa del genere si attiva un’inarrestabile caccia alle streghe che spesso conduce a pogrom che tritano innocenti. Anche nel gruppo dove lavoro sono sorti sospetti. Inconsistenti e ignobili ma sono sorti. Non nego che la strategia giusta per delinquenti che vivono della tratta sia quella indicata sopra. Se io vivessi di questa miserabile occupazione e fossi uno dei capi del racket mi assicurerei che le organizzazioni animaliste più attente al problema venissero infiltrate da persone con lo scopo di limitare o negare l’evidenza. La tratta? “Ma ve la siete sognata in una notte di luna!”
Le Brigate Rosse quando si muovevano si assicuravano di apparire mascherate da piccoli borghesi, non giravano col cappelletto alla Che Guevara (quello lo lasciavano portare ai fricchettoni) ma sempre con cravatta, capelli corti, giacca color cane morto o tailleur da impiegata del catasto. Insomma un rivoluzionario doveva apparire come un impiegato di banca. Quindi saremo anche infiltrati, su questo non ci piove, ma da lì passare al massacro universale ce ne vuole. E la paranoia e le fisse maniacali presenti nel nostro animalismo desolante, atomizzato e presuntuoso sono sovrabbondanti.

Leggete l’ANSA sull’esposto dell’europarlamentare del Pdl Sergio Berlato partito che ha sostenuto “caccia non limits” e si è battuto, con la Lega per il massacro dei migratori.

ANIMALI: BERLATO(PDL),ANIMALISTI COINVOLTI IN TRATTA RANDAGI

CANI ADOTTATI SPARISCONO ALL’ESTERO, MINACCIATO CHI DENUNCIA’ (ANSA) –
BOLOGNA, 9 GIUGNO –

Tratta clandestina e illecita di cani randagi dall’Italia verso l’estero, gestita anche da associazioni animaliste che su questo fanno affari. Con minacce e intimidazioni, in alcuni casi fisiche, a chi tenta di smascherare un’attivita’ che ha un giro d’affari ‘di circa 40 milioni all’anno’. …Una vicenda in cui sarebbero appunto coinvolte anche importanti realtà di protezione animali. Come, ha spiegato Massimiliano Bacillieri, legale bolognese che segue la pratica, l’Associazione Canili Lazio Onlus, ‘vicina al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che evidentemente non si e’ accorta di quello che succede’. L’associazione, ha proseguito l’avvocato,che ha parlato in una conferenza stampa in cui oltre a Berlato, era presente un dirigente di Federfauna, ha firmato un protocollo con l’Asl di Rieti, con Tecnovett, societa’ di gestione del canile, altri due allevamenti e un’associazione tedesca, per ‘promuovere le adozioni a distanza’.
Solo che, come accade ad altri ‘canili del centro e sud Italia, gli animali vengono spediti all’estero e, una volta fuori, i cuccioli spariscono o vengono indirizzati alla vivisezione o alla sperimentazione su viventi’. In altri casi vanno semplicemente rivenduti, ‘poiche’ in Germania un meticcio preso da un canile ha un prezzo’. I trasferimenti avvengono ‘di notte e in modo clandestino e il tutto viene gestito anche da associazioni mafiose’. Uno degli effetti e’ che, quando un cittadino che aveva adottato un animale va a vederlo di persona, non ne trova traccia. Sorte che e’ capitata ad una signora che viene citata nell’esposto come testimone, e che, per l’avvocato, ’solo per aver voluto sapere di piu’ dell’animale per cui pagava e’ stata picchiata e le hanno bruciato l’auto’. Ad un poliziotto, invece, ‘che si e’ imbattuto in un camion che trasportava i cani, dopo che ha provato ad indagare, e’ stato sequestrato il figlio per un paio d’ore, ‘consigliandogli’ il silenzio. Minacce che anche l’avvocato ha sostenuto di aver ricevuto. Si tratta di traffici, ‘travestiti da carita”, per dirla con Berlato. Ma si contestano anche ‘evasione fiscale e reati ai danni dei Comuni’ che, per Bacillieri, ‘danno sovvenzioni ai canili per animali che magari sono gia’ all’estero da tempo’.

E i nomi delle associazioni animaliste mafiose? I nomi?

Mi rendo conto dopo cena di non sapere chi è davvero l’onorevole Sergio Berlato, e cioè il referente politico di Federfauna, l’associazione che tutela gli interessi di commercianti di animali, circensi, importatori di cuccioli. Federfauna (http://www.federfauna.org/) ha tra i propri iscritti i più grandi importatori di cuccioli di razza dall’Est Europa, alcuni dei quali attualmente inquisiti per reati gravi di maltrattamento, truffa in commercio, associazione a delinquere. L’Onorevole è anche stato grande sostenitore della famigerata legge Orsi, che chiedeva l’estensione dei periodi di caccia in Italia, in deroga alle normative Europee. E guarda caso, proprio l’Onorevole Berlato ha utilizzato per il suo esposto sui traffici all’estero l’avvocato di Federfauna Massimiliano Bacillieri, portando a sostegno delle proprie accuse contro associazioni animaliste gli argomenti della signora Alma Galli. La quale, a parte essere un’astrologa che con un blog delirante difende canili lager e attacca chi fa adozioni nel nord Europa, non ha altri titoli per parlare in rappresentanza del mondo animalista, anche se viene ampiamente sostenuta dal Gruppo Bairo, che da grande visibilità alle sue esternazioni.
(SAVE THE DOGS)

E anche Federfauna interviene. Incredibile. Sei per il massacro indiscriminato dei migratori e fai la verginella con i cani! Come Papa Borgia che predica a favore del celibato…

Dalla documentazione emergerebbero casi di adozioni a distanza di cani già non più presenti nelle strutture affidanti, casi di rivendita clandestina di cani a canili svizzeri e tedeschi dove l’affido avviene solo dietro versamento di un vero e proprio prezzo, oppure all’industria della vivisezione, casi di denunce brutalmente represse con metodi violenti o tipici atteggiamenti delinquenziali dell’associazionismo di stampo mafioso.

Associazionismo di stampo mafioso?
Stiamo parlando di delinquenti/e travestiti/e da Madre Teresa?
Ma davanti a un crescendo di denunce simili è veramente impossibile venire a capo di qualcosa?
E cosa provoca questo silenzio? Provoca un clima da caccia alle streghe alla McCarthy

Facciamo un esempio: il signor A porta dei cani nel Canile B, in una nazione europea, i cani che porta si chiamano 1,2,3,4,5 e sono microchippati. Dopo un certo tempo il signor A chiede al canile B: “i cani che ti ho portato dove sono finiti?” il canile B risponde: 1 e 2 sono qui da noi 3,4,5 sono nelle famiglie O, P, Q
A questo punto il Signor A potrebbe partire per andare a vedere se i cani sono veramente con le famiglie O,P,Q. Se ci sono va tutto bene; se non ci sono c’è qualcosa di molto strano. Il signor A spiega che nella disperazione ha portato i cani nel canile B, per non farli finire in un canile lager e non ha controllato. A quel punto qualcuno domanda al signor. A: “Quei cani che fine hanno fatto?” Il signor A chiama il canile B e il canile non risponde. E’ vago. E scende una coltre di silenzio. Però si sa che in quella nazione i canili pubblici o privati devono essere registrati e il canile deve tenere un registro degli animali in entrata e in uscita. I controlli sulle associazioni registrate sono molto severi e vengono ripetuti ogni anno. Il signor A informa una grande associazione e dice io ho consegnato i cani 1,2,3,4,5 al canile B che alla mia domanda “dove sono i cani?”risponde picche. E che fa la grande associazione? Fa fare l’interrogazione parlamentare che lascia il tempo che trova.

L’ENPA ha fatto un casus belli della tratta, magari con tutte le ragioni, e i soldi li ha.
E’ da anni che accusa e denuncia. Perché non fa qualcosa?

Ma li ha i soldi l’ENPA? Vediamo:

APPROVATO DALL’ENPA IL CONSUNTIVO 2008; UN BILANCIO STABILE NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA

Stabilità economica e consolidamento della capacità progettuale dell’Ente Nazionale Protezione Animali, nonostante la perdurante fase di incertezza economica. E’ quanto emerge dal bilancio consuntivo 2008 che, predisposto dal Tesoriere nazionale dell’Ente, Piero Villa, e approvato dall’assemblea dei soci domenica 21 giugno a Vicenza, riflette fedelmente l’attività svolta nell’ultimo anno dal più importante e antico ente animalista italiano.

Un bilancio in attivo. I conti di Enpa sono attivi, in quanto dal consuntivo emerge un avanzo di amministrazione globale di circa 574 mila euro, risultato di entrate per 9.833.549 euro (+ 23,7% sul 2007) con costi di 10.018.110 euro (+2,7% sul 2007); la maggior parte dei proventi dell’associazione è derivato da attività convenzionate, pari a oltre il 50% del totale. All’incremento delle entrate ha contribuito l’aumento degli introiti da quote sociali che, passando dai 431 mila euro del 2007 ai circa 825 mila del 2008, sono quasi raddoppiati (+91,4%). Positivo è stato anche il riscontro dei contributi del 5 per mille; l’Enpa infatti è stata una delle 61 associazioni con oltre 10 mila opzioni che si sono tradotte in un apporto di oltre 405 mila euro. Il 70% delle entrate totali si riferiscono alle attività istituzionali, mentre il restante 30% è costituito dalle attività “connesse” (una definizione stabilita dalla normativa onlus).

E le altre associazioni quanto ricevono?

http://www.agenziaentrate.it/wps/wcm/connect/45c2d580426e69aeb700bfc065cef0e8/Volontariato_Ammessi+_per_Codice+Fiscale.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=45c2d580426e69aeb700bfc065cef0e8

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/nsilib/nsi/modulisticaap/comunicazioni+e+domande/comunicazioni+e+domande+2008/5+per+mille+2008/elenchi+ammessi+ed+esclusi

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/Nsilib/Nsi/ModulisticaAP/Comunicazioni+e+domande/Comunicazioni+e+domande+2008/5+per+mille+2008/Elenchi+ammessi+ed+esclusi/Onlus+e+volontariato+2008/

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/4f950a80426e69a7b6f6bfc065cef0e8/Volontariato_Ammessi+_per_Denominazione.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=4f950a80426e69a7b6f6bfc065cef0e8

Da quello che risulta 112 organizzazioni su 26,596 ricevono un importo globale di 3.503.05 su 265.854.389, le 4 maggiori organizzazioni a livello nazionale ricevono 2.203.745 pari al 63% del totale messo a disposizione dallo Stato.

E i soldi che ricevono vengono spartiti così:

L.A.V. – LEGA ANTIVIVISEZIONE 1.215.334,11
E.N.P.A. 619.670,51
OIPA 190.747,10
LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE 177.993,57
SAVE THE DOGS AND OTHER ANIMALS 89.386,65
ASSOCIAZIONE ANIMALISTI ITALIANI 75.626,73

è mai possibile che queste associazioni non siano in grado di pagare una società investigativa con i cabasisi per scoprire quello che veramente accade? Non possono queste grandi associazioni dividere i costi con i tedeschi, gli svizzeri e gli inglesi? Con 10.000 euro qualcosa di valido a livello investigativo si potrebbe attivare. Dobbiamo fare una colletta?

E’ possibile che non si riesca ad attivare qualcosa come il C.I.C.T.O. svizzero o la PETA inglese per condurre un’indagine professionale invece di inondare il mondo con denunce o interrogazioni parlamentari che lasciano il tempo che trovano? E’ possibile che data l’enormità del fenomeno le organizzazioni non siano in grado di attivare una forma avanzata di investigazione per cercare almeno di capire come funziona questo orrore? Perché non lo fanno? Non possono immaginare che siano le miriadi di piccole organizzazioni a farlo. Non possono pensare che qualcosa emerga dall’atomizzazione, dalla frantumazione semifolle delle mille entità. Perché non lo fanno? Se lo Stato non lo fa, perché mai lo farà, o la farà in maniera limitata, perché non lo fanno loro?

Già perché non lo fanno?

La petizione lanciata lo scorso mese di giugno dall’Enpa ha riacceso il dibatti¬to sulle adozioni internazionali di cani e gatti. Grande risalto ha avuto su inter¬net e sui giornali l’iniziativa di Enpa, che denunciava il “traffico di animali” dai canili italiani verso mete sconosciu¬te nel nord Europa e chiedeva il blocco delle adozioni fuori provincia. STD è stata una tra le pochissime organizza¬zioni a prendere le distanze dalla peti¬zione e ad esprimere una posizione molto più cauta. Aldilà del caso specifi¬co che ha spinto Enpa a lanciare la peti¬zione (la “sparizione” di alcuni cani ospiti del canile di Assisi verso alcuni canili tedeschi), e nella quale non siamo entrati nel merito non conoscendone protagonisti e dettagli, la nostra posizione è stata chiara: se esistono degli abusi, che vengano individuati e perseguiti nel modo più duro possibile. Ma da 30 anni l’animalismo italiano grida “al lupo al lupo”, senza riuscire a produrre alcuna dimostrazione concreta che esista davvero un traffico di anima¬li verso i laboratori di vivisezione del nord Europa. Le modalità con cui il dibattito emerge sono sempre le stesse: sospetti, illazioni, informazioni fram¬mentarie, delazioni: nulla a che vedere con un serio lavoro di investigazione (magari, perché no, anche con l’aiuto di professionisti del settore… si spendono tanti soldi nel nostro ambiente, possibi¬le che nessuno possa pagare Tom Ponzi scoprire dove vanno a finire questi animali?)… (SAVE THE DOGS)

Occorre Tom Ponzi? O il detective Colombo? O Maigret? O James Bond?

Eppure gira da tempo una lista di nomi di associazioni sospette.
Ripeto sospette perché ogni volta che chiedi ai contatti del Nord Europa se le accuse hanno sostanza vengono rimandate al mittente e la risposta che arriva è simile a questa:

I canili pubblici o privati hanno l’obbligo di essere registrati. Devono avere un registro degli animali in entrata e in uscita. I controlli sulle associazioni registrate sono molto severe e vengono ricontrollate ogni anno. Non viene messo in dubbio che ci siano delle “pecore nere” che in effetti truffano sulla pelle degli animali. Ma da qui a fare di tutta l’erba un fascio è semplicemente stupido e significa di non vedere i veri farabutti. I buoni ed i cattivi sono in Germania, sono in Italia, sono dappertutto. Invece di sparare nel mucchio, tutti gli animalisti delle varie nazioni coinvolte dovrebbero fare la loro parte e collaborare per trovare i veri delinquenti che nuocciono a tutti, colpendo alla fine gli indifesi: gli animali….(Attivista italiana in Germania)

Fare di tutta l’erba un fascio è criminale. Fare finta di niente è peggio. E i tedeschi si sono così incazzati che hanno scritto alla Merkel.

Dal 2004 ci siamo occupati delle accuse e dopo le insinuazioni durissime, ci siamo rivolti al ministero dell’ambiente in Germania. All’epoca ci hanno risposto che sapevano di questi rimproveri, ma che le accuse sarebbero infondate e che loro avevano fatto tutto il possibile intervenendo diverse volte sia con l’ambasciatore tedesco a Roma, sia con il ministero italiano. Le autorità tedesche ci hanno assicurati che la legge garantisce che sono ammessi solo animali che sono stati allevati per lo scopo della sperimentazione. Certo questo non vuol dire che non ci sono laboratori che usano gli animali illegalmente. Non ci interessa cosa scrivono o pensano i gruppi italiani. Questi gruppi sono pieni di odio e basano la loro polemica su informazioni false. E’ impossibile collaborare con questi gruppi…(Attivista italiana in Germania)

(…) Pagheremo anche 10.000,00 euro a chi dimostrerà che i cani partiti dai canili della Puglia verso Svizzera e Germania sono stati utilizzati per vivisezione o altri orrori, perché abbiamo le prove che tutti gli animali sono stati regolarmente adottati, e ora hanno un padrone che li accudisce e li ama (…)
http://www.youtube.com/watch?v=n7r5GK3YWlY

Si, la confusione è grande sotto il cielo: se qualcuno afferma qualcosa immediatamente salta fuori qualcun’altro che afferma l’opposto.

Questa è un’interrogazione parlamentare che contraddice quello che afferma l’attivista dalla Germania:

In Paesi, quali la Germania, non esiste una anagrafe canina pubblica, qualsiasi cane che giunga in uno di questi Paesi – ancorché “tracciato” alla partenza e nel primo luogo di arrivo all’estero – non sarà ulteriormente reperibile dopo le successive cessioni; in ogni caso, una volta giunti oltralpe, gli animali sono sottoposti alla legge territoriale ivi vigente, con sottrazione delle tutele e le salvaguardie conquistate e garantite in Italia; i canili tedeschi hanno ampiamente superato la capienza massima (così come denunciato da numerose associazioni tedesche nonché dagli stessi veterinari tedeschi); negli ultimi anni si è notevolmente intensificato il commercio di gatti e cani randagi, in particolare verso la Germania e l’Europa del Nord: gli animali vengono prelevati in Italia, Grecia, Turchia, Spagna, Europa dell’Est, Asia, Africa del Nord e isole mediterranee, con promesse di meravigliose adozioni; di fatto però la destinazione finale di ogni singolo animale rimane segreta e, comunque, non verificabile (adducendo anche motivi di privacy); detto commercio ha assunto dimensioni mondiali e in Germania affluisce, ogni anno, una quantità di cani assolutamente incompatibile con qualsivoglia reale pratica di adozione internazionale; alcuni Stati, quali ad esempio la Grecia, consapevoli delle reali finalità che si mascherano dietro alle millantate pratiche di adozione internazionale, si sono fermamente opposti a detto traffico, imponendo la rigida applicazione delle norme nazionali di tutela degli animali; è altresì nota la necessità di impiegare, in ambito di ricerca, ogni tipologia di razza animale, compresi i meticci; sul mercato dei laboratori farmaceutici, il prezzo di acquisto di un gatto adulto è superiore a 500 euro, per un cane adulto è superiore a 1.000 euro, mentre un cane randagio viene prelevato a costo zero e commercializzato a prezzi decisamente inferiori….tale interesse commerciale è in grado di realizzare una ramificata organizzazione criminosa con fini esclusivamente lucrosi, ancorché spesso falsamente ammantata da sentimenti filo animalisti….(Interrogazione GARAVAGLIA – Al Ministro della salute 2-3-2010)

e così si continua: Punch urla e Judy risponde; Punch tira una bastonata e Judy gliela rende

Ma insomma cosa succede a questi poveri animali?

Succede questo?
Schweizer Tierschutz STS
Envoyé : jeudi 17 juin 2010 09:09
Objet : AW: RE : TR : Dalla Svizzera

Abbiamo consultato il nostro Servizio per i cani, che ci ha risposto come segue: in linea di principio i grandi laboratori di sperimentazione sugli animali utilizzano solo cani provenienti da speciali allevamenti – cani destinati alla sperimentazione (nella maggior parte dei casi si tratta di Beagle). Ciononostante anche cani di provenienza sconosciuta possono essere impiegati nella sperimentazione animale – tuttavia ritengo che dovrebbe trattarsi di casi isolati in Svizzera.
Possiamo quindi escludere quasi del tutto che grandi trasporti di cani finiscano nei laboratori svizzeri. Non conosciamo la situazione in Germania. Normalmente i trasporti di cani si svolgono in questo modo: i cani sono allevati in cosiddette fabbriche di cani e presi dalla strada. In estate questi cani sono trasportati in zone turistiche (Italia, Francia, Spagna, Portogallo) e venduti ai turisti. I cani che non possono essere venduti sono portati in Germania o in Svizzera (perché amiamo tanto gli animali e siamo ricchi) e venduti come “cani salvati da un centro di soppressione”.
Succede così che dopo un lungo viaggio (in Spagna, Portogallo, Francia), cani nati in Italia arrivino alla fine in Svizzera. Soli pochi di questi cani sono socievoli e sani – molti muoiono durante il tragitto o un paio di giorni dopo l’arrivo nella nuova casa.

PROTEZIONE SVIZZERA DEGLI ANIMALI PSA

Papale, papale…

Normalmente i trasporti di cani si svolgono in questo modo: i cani sono allevati in cosiddette fabbriche di cani e presi dalla strada

Non ho mai capito quale sia la differenza tra cani allevati per essere massacrati nei laboratori e cani presi per strada per essere massacrati negli stessi laboratori. Un distinguo del genere mi fa orrore.
E’ puramente osceno.

Ma il ruolo delle grandi associazioni è solo denunciare o cercare di risolvere?

Tempo fa scrissi a PETA in Inghilterra dicendo che quello che il traffico di animali era qualcosa che riguardava l’Europa e dovevano cercare di fare qualcosa per aiutarci.
Era avvenuto questo: un’associazione inglese mi aveva telefonato dopo aver letto la denuncia riguardante i canili lager. Tre persone mi avevano chiamato. Era la notte che l’Inter giocava con i russi, lo ricordo bene.
Una signora mi aveva detto che l’associazione che rappresentava sarebbe disposta ad andare con un aereo in Italia e portare gli animali in Inghilterra. Io ho spiegato che un’operazione del genere avrebbe creato seri problemi perché molti animalisti in Italia (a ragione o torto) pensano che gli animali portati all’estero finiscano nella sperimentazione. Poi ho chiesto se ci potevano aiutare a capire la tratta. Ho spiegato in dettagli. Ed è scesa la solita coltre di silenzio. Sono tutti svaniti. A quel punto ho scritto a PETA che mi ha risposto che il problema della tratta deve essere risolto localmente attraverso le associazioni italiane. E mi ha inviato una lista. Io ho risposto che quello era un fenomeno europeo e riguardava anche l’Inghilterra.
E la coltre di silenzio è discesa nuovamente.

E’ da anni che sentiamo questo refrain: qui è il Corriere della Sera che denuncia non Amiamoipelosetti.com è luglio del 2006, quattro anni fa.

CORRIERE DELLA SERA (05/07/06)
MILANO – Un traffico illegale di cani accalappiati in Italia. Inchieste a Brescia e Bolzano, truffati i Comuni “Traffico illegale di cani per la vivisezione: 300 euro ogni animale” Diretti in Germania, dieci indagati

MILANO – Un traffico illegale di cani accalappiati in Italia che finiscono in Germania come cavie in «sperimentazioni chirurgiche o di farmaci»: quello che per anni è stato solo un sospetto degli animalisti ora diventa una certezza nelle carte di due inchieste aperte dalla magistratura a Brescia e a Bolzano al termine
di un’indagine dei carabinieri del Nas di Milano. Indagate dieci persone, tra cui i responsabili di tre associazioni che gestiscono alcuni canili e due veterinari. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata al falso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e maltrattamento di animali. Quella scoperta dai carabinieri rischia di essere solo la punta di un iceberg che, però, non deve gettare un’ombra ingiusta di sospetto sul lavoro di migliaia di volontari, i quali, con fatica e amore, accudiscono gratuitamente gli anima li abbandonati. L’indagine comincia nell’ottobre 2004 quando, nel Bresciano, una pattuglia ferma sull’autostrada A4 due furgoni e un’auto di un canile lombardo.
Dentro sono stipati una cinquantina di cani. «Saranno adottati in Germania» dichiarano i conducenti. Quando i militari del Nas vanno a controllare i documenti nel canile e in altri collegati scoprono incongruenze sospette. A partire dal numero di cani affidati ufficialmente a privati cittadini che a volte è minore, a volte maggiore di quello reale. Irregolarità formali, si giustificano i responsabili. Secondo gli investigatori, invece, sono la prova di una truffa a danno dei Comuni che potrebbe nascondere un traffico internazionale. In genere i Comuni convenzionati, precisano gli investigatori, pagano le strutture per il mantenimento (pochi euro al giorno) degli animali o (40 euro in Lombardia) per ogni cane affidato ufficialmente. Come a dire che qualcuno potrebbe aver giocato sui numeri per gonfiare i rimborsi. Nei guai finiscono anche due veterinari per i certificati (sospettati falsi) delle vaccinazioni che servono al rilascio dei passaporti sanitari europei, senza i quali i cani non possono andare all’estero. Un anno dopo, un altro furgone viene fermato al valico del Brennero diretto in Germania. Dentro ci sono una dozzina di cani che viaggiano senza acqua e cibo, in gabbie anguste o liberi di sbranarsi tra loro. Il conducente, legato a una delle associazioni coinvolte, viene denunciato alla Procura di Bolzano per maltrattamento di animali. Negli atti d’indagine si sostiene che in Germania i cani vengono pagati tra i 200 e i 300 euro ciascuno e si ipotizza che finiscano nel giro tedesco della vivisezione, destinati alla sperimentazione di farmaci e di tecniche chirurgiche. «Sono 20 anni che si parla di questi sospetti in riferimento alla Germania. Non sono mai state trovate prove, al di là di un traffico sospetto, quantomeno per il numero enorme di cani che coinvolge e che è sproporzionato alle possibilità di ricezione di quel Paese» lamenta Gianluca Felicetti, presidente della Lega Antivivisezione. Il quale ricorda che in Germania chi vuole adottare un cane legalmente deve pagare tra i 50 e 350 euro come rimborso spese a chi l’ha mantenuto. Un incasso su cui qualcuno potrebbe speculare rifornendosi da complici italiani. «Noi siamo contrari a ogni forma di vivisezione, ma sappiamo che le sperimentazioni legalmente autorizzate avvengono solo su animali iperselezionati e codificati su animali appositamente allevati, non certo sui randagi. Quei poveri cani potrebbero finire in esperimenti di basso livello e del tutto illegali».

IL CASO
Sotto inchiesta veterinari e responsabili di canili. Indagati i responsabili di tre associazioni che gestiscono canili e 2 veterinari (falsi certificati) . Le accuse: truffa aggravata e maltrattamento di animali. L’ipotesi è che gli indagati abbiano truffato i Comuni incassando rimborsi non dovuti

IL GIRO D’AFFARI

500 MILIONI i fondi pubblici destinati ogni anno ai canili. Una struttura che ospita mille cani può ottenere anche 2,5 milioni di euro all’anno
640 mila I cani randagi in Italia secondo il ministero della Salute. Ma per la Lega Antivivisezione in realtà sono almeno un milione; 990 I canili autorizzati in Italia. Oltre al finanziamento base, i Comuni pagano un ticket giornaliero per ogni cane ospitato, almeno 2 euro.

LE NORME SUGLI ESPERIMENTI

ITALIA: Gli esperimenti sugli animali sono circa 900 mila all’anno. Il 95% è svolto su topi e ratti. La legge italiana autorizza la sperimentazione clinica sugli animali da laboratorio, ma i ricercatori possono esercitare l’obiezione di coscienza

GERMANIA: La legge non autorizza la sperimentazione sui randagi, ma per gli ambientalisti i controlli sono inesistenti: migliaia di cani importati clandestinamente dal Sud Europa e dalla Turchia finirebbero in laboratori clandestini

GRAN BRETAGNA: Attraverso un accordo volontario, tutte le case farmaceutiche hanno abolito la sperimentazione sui grandi primati. Vietato per legge l’utilizzo di animali (cavi e comprese) nella sperimentazione di prodotti cosmetici

Conclusione?

Gli animalisti mascherati devono essere scoperti e pagare pesantemente per quello che hanno fatto e fanno.
Se hanno aiutato gli animali ma hanno compiuto, allo stesso tempo, azioni delinquenziali parallele devono pagare, e pagare alla grande. E pagare dovrà chi ha coperto e protetto questi lupi travestiti da agnelli, o ha fatto finta che nulla accadesse. Ma vanno ugualmente protetti gli innocenti. Che non finisca tutto in un pogrom, che non finisca alla “Il signore riconoscerà i suoi” dopo il massacro, perché i colpevoli saranno macchiati da una colpa che li definirà per sempre e massacrare con accuse del genere innocenti e come ammazzarli. E va denunciato anche chi accusa gli innocenti, i diffamatori che hanno scopi precisi, coloro che da anni accusano senza prove. Che massacrano per i loro sporchi fini, spesso per tenere stracolmi i loro
canili – lager o trafficano con cuccioli dall’Est.

Ma per far venire alla luce questo orrore cosa bisogna fare?
Le grandi associazioni, leggono, denunciano incassano i soldi ma non muovono una foglia.
La prima interrogazione (da quello che mi consta) risale al 25 maggio del 1992.
I verdi Apuzzo, Mattioli, Scalia e Crippa denunciarono i primi sospetti.
Ora è il 2010: occorre veramente Tom Ponzi per far luce sulla tratta?

Paolo Ricci

www.lasaggezzadichirone.org
www.nothuman.org
www.ahimsa.it

PER ACCEDERE AI LINK RIGUARDANTI LA TRATTA CLICCARE QUI:

http://www.lasaggezzadichirone.org/site/?p=937

PER RAGIONI DI CORRETTEZZA ABBIAMO INSERITO LINK CON ALCUNI DEI QUALI NON SIAMO D’ACCORDO, CHI LEGGE TIRERA’ LE SUE CONCLUSIONI

Condividi: